La necessità di giornalismo che si occupi di crisi sfortunatamente abbonda. Eppure, per tutta una serie di ragioni, molti giornalisti non riescono ad essere nulla più che spettatori, con poche opportunità di sviluppare conoscenze significative di ciò che davvero sta succedendo. Le organizzazioni della società civile (OSC) sono sempre più consapevoli di questo gap di attenzione, e intensificano i loro sforzi di comunicazione, che spesso usano a loro vantaggio conoscenze approfondite e di prima mano. Possiamo davvero fidarci di loro? Cosa possono fare le OSC per guadagnare e mantenere credibilità in quanto fonti indipendenti piuttosto che come l’ennesima parte che ha interessi personali/professionali? E soprattutto, l’attivismo e il giornalismo potranno mai unire le forze?