A 17 anni dall’invasione dell’Afghanistan, la situazione del paese non accenna a migliorare. I colloqui di pace con i Talebani si sono fino ad ora rivelati fallimentari e il governo controlla oggi solo il 65.6% del territorio (fonte SIGAR). Le rivalità regionali che vedono Pakistan, Iran, Russia, Stati Uniti e Cina rivaleggiare anche una volta in una sorta di Grande Gioco di proporzioni ancora maggiori rispetto al passato, contribuisce in larga parte alla situazione di instabilità attuale. La presenza dell’Isis nel paese si fa di giorno in giorno sempre più pressante, con nuovi combattenti che giungono sul terreno dopo la sconfitta in Siria. Gli attentati sono all’ordine del giorno e da gennaio a giugno del 2017 le vittime civili sono state 2,640 (fonte UNAMA). In questo contesto di instabilità sempre di più sono le persone costrette a fuggire e i paesi europei rimangono tra le principali mete di destinazione. Eppure l’Unione Europea ha deciso di porre un freno a questi arrivi, da una parte stipulando con il governo afghano il cosiddetto “Joint Way Forward Agreement”, il quale promette aiuti economici in cambio dell’accettazione dei rifugiati rimpatriati, e dall’altra classificando il paese come destinazione sicura. In questo panel ci interrogheremo perciò su alcuni punti chiave, quali:

Qual è la situazione dei rifugiati afghani in Europa, e in particolare in Italia? Pongono davvvero una minaccia alle società ospitanti? Le misure poste in essere dall’Unione Europea fermeranno davvero gli arrivi? E quale futuro attende gli afghani?

Ne discuteranno il giornalista anglo-afghano Daoud Naji, il regista Amin Wahidi, autore di un documentario sulla storia di un rifugiato hazara-afghano a Venezia (Behind Venice Luxury) che verrà proiettato nel corso del panel di discussione e il giornalista e attivista per i diritti umani Basir Ahang.

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