Stabilimenti balneari dove si celebra il fascismo. Turisti che visitano a frotte i luoghi mussoliniani e vi acquistano macabri memorabilia. Calciatori che, dopo aver segnato al Marzabotto, mostrano una maglia con l’aquila fascista E poi saluti romani assortiti, sedicenti studiosi che negano la Shoah, amministratori pubblici che intitolano parchi gioco a gerarchi fascisti. Nella preoccupazione di pochi e nel disinteresse di molti, la “marea nera” avanza, nemmeno troppo sotto traccia. Che cosa fa l’ordinamento italiano per arginarla? Fino a che punto, e in quale misura, è utile intervenire con la repressione penale? La libertà d’espressione deve prevalere o va invece sacrificata in nome del dovere della memoria?

Organizzato in collaborazione con il Centro di Ricerca Coordinato in Information Society Law dell’Università degli Studi di Milano.

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