Un'alleanza globale della società civile e dei giornalisti potrebbe rendere le piattaforme social più trasparenti e responsabili nel limitare i contenuti malevoli nelle economie emergenti?

Da quando la disinformazione è emersa come un problema ampiamente riconosciuto su Facebook, nel 2016, i giornalisti hanno costantemente cercato risposte alle domande sulla gestione dei dati degli utenti e sulle pratiche di moderazione dei contenuti da parte delle piattaforme. La maggior parte dei successi è arrivata negli Stati Uniti e in altri mercati leader per le entrate pubblicitarie che sostengono i social media. Uno dei pochi esempi da parte dei paesi in via di sviluppo è venuto dalla Birmania, dove una coalizione ad hoc tra leader della società civile e sostenitori dei diritti umani ha collaborato con i giornalisti occidentali per rivelare la trascuratezza di Facebook verso la diffusione dell'hate speech nel paese. In che modo il lavoro di questi gruppi in Birmania ha raggiunto le pagine del New York Times, e come è cambiato il comportamento di Facebook nel paese? Un modello simile potrebbe essere ricreato altrove? Qual è la strategia a breve e lungo termine per garantire più trasparenza e responsabilità sulle piattaforme social?

Il panel comprenderà una breve discussione di casi di studio, seguita da un'attività di networking facilitato tra i partecipanti. A parlare saranno gli esperti di Internews, una ONG internazionale per lo sviluppo dei media che ha contribuito all'iniziativa in Birmania.

Organizzato in associazione con Internews.

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